Una croce in ferro battuto, strappata dalla base con una mola, giace abbandonata su un marciapiede di Nizza, circondata da rifiuti. Questa immagine, avvenuta nel settembre 2025 nel quartiere della Madeleine, illustra una realtà preoccupante: gli atti anticristiani in Francia sono chiaramente in aumento. Tra gennaio e giugno 2025, le autorità hanno registrato 401 incidenti contro luoghi o persone legate al cristianesimo, con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente. Dalla profanazione al furto di oggetti sacri, passando per gli attacchi fisici, questo fenomeno solleva una domanda cruciale: come tutelare un patrimonio tanto vasto quanto insostituibile, rispettando lo spirito di apertura delle chiese?
Un’ondata di atti anticristiani in Francia
I numeri parlano da soli. Nel 2025, in sei mesi sono stati registrati 401 atti anticristiani, rispetto ai 355 dello stesso periodo del 2024. Tra questi episodi dominano gli attacchi alla proprietà, che rappresentano la maggioranza dei casi. Le chiese, spesso descritte come “il più grande museo di Francia” con i loro 42.000 edifici, sono particolarmente vulnerabili. Le motivazioni degli autori variano: alcuni agiscono per avidità, altri per sfida antireligiosa e talvolta per semplice squilibrio mentale. Ma qualunque siano le ragioni, le conseguenze sono gravi, sia a livello materiale che simbolico.
Furti in aumento: un mercato ombra
I furti di oggetti liturgici, come cibori o calici, sono aumentati del 22,8% nel 2024, con 820 casi denunciati. Questi oggetti, spesso realizzati in oro o argento, attirano il desiderio per il loro valore di mercato. Nelle Lande, ad esempio, in poche settimane sono state saccheggiate 27 chiese. I malviventi, arrestati nel settembre 2025, trasportavano il bottino di vasi sacri. Questo traffico, che alimenta un mercato nero soprattutto verso i paesi dell’Est, prospera anche a causa della mancanza di un inventario sistematico degli oggetti liturgici. Senza schede descrittive, i pezzi rubati vengono rivenduti senza difficoltà, rendendone quasi impossibile la tracciabilità.
“Sono poche le diocesi che inventariano i loro pezzi! Di conseguenza, possono essere rivenduti senza preoccupazioni. »
Questa osservazione, condivisa da un esperto del patrimonio, evidenzia un grave difetto. Tuttavia, una volta identificati gli oggetti, il loro recupero è possibile. Un calice rubato, ad esempio, può essere ritrovato se messo in vendita al di fuori dei circuiti clandestini. Ma per il momento, l’assenza di un database esaustivo sta ostacolando gli sforzi di restituzione.
Profanazione e fuoco: violenza simbolica
Oltre ai furti, aumentano le profanazioni delle chiese. A Nizza, la croce strappata illustra la violenza simbolica che sconvolge le comunità. In altri casi vengono forzati tabernacoli, ostie profanate. Anche gli incendi dolosi, sebbene meno frequenti, lasciano il segno. Tra gennaio e agosto 2025 sono stati segnalati sei incendi dolosi, dopo un aumento del 112,5% degli attacchi dolosi tra il 2023 e il 2024. Questi atti, spesso percepiti come attacchi diretti alla fede, lasciano i fedeli in profonda incomprensione.
Le regioni più colpite:
- Nuova Aquitania
- Île-de-France
- Grande Oriente
- Alvernia-Rodano-Alpi
- Occitania
Queste regioni, dove le chiese rurali sono spesso isolate, concentrano gran parte degli incidenti. La debole sorveglianza e la scarsità di credenti in queste aree facilitano i misfatti.
Attacchi alle persone: una tendenza allarmante
Se dominano gli attacchi contro le proprietà, gli attacchi contro persone legate al cristianesimo sono quasi raddoppiati in un anno. Un caso recente a Pau illustra questo preoccupante aumento della violenza. Un uomo di 30 anni, noto per 28 menzioni nella sua fedina penale, è stato arrestato davanti a una chiesa dopo aver minacciato. Sebbene assolto dalla corte, le sue osservazioni, secondo un compagno di prigionia, hanno fatto temere un’intenzione di “uccidere persone” in un luogo di culto. Questo tipo di incidenti, anche se rari, alimentano un sentimento di insicurezza tra i fedeli.
Attacchi fisici o verbali, spesso motivati da pregiudizi antireligiosi, colpiscono sacerdoti, volontari o semplici parrocchiani. Questo aumento delle tensioni mette in discussione le dinamiche sociali in atto in una società sempre più secolarizzata.
Proteggere le Chiese: una sfida complessa
Come possiamo proteggere 42.000 chiese, spesso situate in zone rurali, rispettando la loro vocazione di apertura? Questo è il dilemma di fronte alle autorità ecclesiastiche e civili. Le chiese, in linea di principio, devono rimanere accessibili a tutti, fedeli e non. Tuttavia, questa apertura facilita atti dannosi. Alcune diocesi stanno sperimentando soluzioni pragmatiche, come lasciare uno spazzolone visibile per suggerire la presenza o riprodurre musica continuamente per scoraggiare gli intrusi.
«Niente batte la supervisione umana, ma con il declino religioso ci sono sempre meno persone nelle chiese».
In Italia, un’applicazione permette di aprire da remoto le porte delle chiese remote, garantendo la tracciabilità dei visitatori. In Francia queste iniziative restano rare, ma le idee stanno emergendo. Alcuni offrono l’installazione di telecamere o allarmi, anche se il loro costo è proibitivo per molte parrocchie. Altri suggeriscono di rafforzare gli inventari degli oggetti liturgici per scoraggiare i furti.
| Tipo di incidente | Dati 2025 (gennaio-giugno) | Evoluzione rispetto al 2024 |
|---|---|---|
| Attacchi alla proprietà | 322 | +13% |
| Furto di oggetti liturgici | 156 | +22,8% |
| Incendio doloso | 6 | Stabile |
| Attacchi contro le persone | Non specificato | Quasi il doppio |
Un patrimonio in pericolo
Il costo dei danni è colossale e ammonta a milioni di euro ogni anno. Al di là dell’aspetto finanziario, si tratta di un patrimonio culturale e spirituale che è minacciato. Le chiese, spesso costruite secoli fa, incarnano una storia collettiva. Il loro degrado, intenzionale o meno, taglia le comunità nel profondo. Nelle Landes, mons. Nicolas Souchu, vescovo di Aire e Dax, ha raccomandato misure semplici, come rimuovere i cibori dai tabernacoli o collocarli in sacrestie sicure. Ma queste soluzioni, per quanto pratiche, non bastano a fermare il fenomeno.
La mancanza di risorse umane rappresenta un ostacolo importante. Con il declino della pratica religiosa, le chiese sono spesso deserte, fornendo terreno fertile per i criminali. Alcuni ladri non esitano a nascondersi nei confessionali per agire di notte, approfittando dell’assenza di sorveglianza.
Verso soluzioni innovative?
Di fronte all’aumento degli atti anticristiani, si levano voci che chiedono misure concrete. Ecco alcune strade considerate:
- Inventari sistematici: Identificare gli oggetti liturgici per facilitarne la tracciabilità.
- Tecnologie moderne: Installa allarmi, telecamere o sistemi di apertura remota, come in Italia.
- Monitoraggio della comunità: mobilitare i parrocchiani per garantire una presenza regolare nelle chiese.
- Consapevolezza: educare all’importanza del patrimonio religioso per scoraggiare gli atti vandalici.
Queste soluzioni, sebbene promettenti, devono affrontare vincoli finanziari e logistici. Le piccole parrocchie rurali, in particolare, non hanno le risorse per investire in costosi sistemi di sicurezza. La posta in gioco però è alta: preservare un patrimonio millenario mantenendo lo spirito di accoglienza delle chiese.
Un dibattito sociale più ampio
Al di là dei numeri, questa ondata di atti anticristiani solleva profonde domande sul posto della religione in una società secolarizzata. Le chiese, un tempo al centro della vita comunitaria, sono ora viste da alcuni come facili bersagli o simboli da sfidare. Questo aumento delle tensioni, motivate dall’avidità o da convinzioni antireligiose, solleva interrogativi sulle divisioni sociali e culturali che attraversano la Francia.
Gli attacchi contro le persone, in particolare, ci ricordano che questo fenomeno non si limita ai danni materiali. Colpiscono gli individui nella loro fede e nel loro senso di sicurezza. Di fronte a ciò, le autorità ecclesiastiche e civili devono lavorare insieme per trovare un equilibrio tra apertura e protezione, tra conservazione del patrimonio e rispetto delle libertà.
Nel frattempo le comunità cristiane continuano ad organizzarsi. A Mont-de-Marsan la diocesi si è costituita parte civile nel processo contro i ladri di cibori, sperando di mandare un segnale forte. Ma la lotta contro gli atti anticristiani richiederà una mobilitazione collettiva, che coinvolga fedeli, autorità e cittadini, per tutelare un patrimonio che appartiene a tutti.