Confermato dalla scienza: ecco perché con l’età diventiamo meno socievoli e il nostro cerchio di amici si restringe

Avete mai notato come, con il passare del tempo, la nostra cerchia di amici sembra ridursi drasticamente, quasi come se gli anni fossero direttamente responsabili dell’evaporazione delle nostre compagnie? Se l’idea di diventare pian piano il nonno brontolone del quartiere vi spaventa, niente paura: la scienza ci conferma che non siete soli (anche se il gruppo WhatsApp degli amici… sì, quello resta a due notifiche l’anno!).

Come cambiano le nostre relazioni sociali con l’età?

Nel corso degli anni, non è raro accorgersi che le persone che ci circondano diventano meno numerose. In particolare, il numero di amici sembra essere inversamente proporzionale alle candeline sulla nostra torta di compleanno. Il periodo delle grandi compagnie e delle risate con le “bande” di amici sembra legato all’adolescenza e alla giovinezza; una volta raggiunta una certa età, ci accorgiamo che mantenere quei rapporti diventa più raro.

A volte, questa evoluzione ci porta anche a pensare che le persone anziane siano più inclini all’acidità o persino alla misantropia. Un cliché? Sì, ma non del tutto infondato, visto che l’immagine della nonna o del nonno un po’ brontoloni trova conferme regolari nelle osservazioni della quotidianità.

Studi scientifici e realtà: cosa dicono i dati?

Non si tratta solo di impressioni: diversi studi si sono soffermati su questa dinamica. Un articolo di Grazia evidenzia come i ricercatori siano sempre più interessati alle domande che ruotano intorno alla convivenza sociale. Una vasta ricerca congiunta tra l’Università di Aalto (Finlandia) e Oxford (Inghilterra) ha analizzato i dati di oltre 3 milioni di persone, prendendo in esame le loro interazioni sociali tramite chiamate e SMS.

I risultati? Pubblicati da The Royal Society Publishing, mostrano una diminuzione molto netta delle relazioni sociali già prima dei trent’anni! Il fenomeno diventa ancora più marcato superati i quarant’anni, anche se ci sono differenze tra uomini e donne. La priorità nella vita sembra cambiare con l’avanzare dell’età:

  • Una maggiore attenzione al nucleo familiare (specie intorno ai trent’anni).
  • Influenze molto pratiche, come la vicinanza geografica.
  • Propensione a privilegiare la qualità delle relazioni, piuttosto che la quantità.

In altre parole, il nostro cerchio sociale non è tanto che si restringe, quanto che si affina, diventando più selettivo. D’altronde, chi non vorrebbe investire in rapporti autentici anziché in infinite “amicizie” di facciata?

Carattere, identità e comfort zone: cosa cambia davvero?

Naturalmente, i fattori culturali contano, ma la scienza ci mette in guardia: l’evoluzione di alcuni tratti caratteriali sembra più radicata di quanto non si pensi. Con l’età, si diventa meno dipendenti dalla dinamica di gruppo, la ricerca di identità e bisogno di “assomigliare agli altri” perdono importanza. Ci si orienta sempre di più verso ciò che davvero motiva, lasciando da parte la necessità di apparire o compiacere gli altri.

L’esperienza, si sa, modifica il nostro modo di vedere il mondo (e le persone!). Non significa automaticamente aver imparato ogni lezione, ma si è forse meno disposti a mettere tutto in discussione. Con l’avanzare degli anni, uscire dalla zona di comfort diventa un compito arduo, quasi da acrobati, perché richiede di rimettere in discussione tante abitudini e certezze. Così, le persone che restano vicine – quelle che scegliamo e che ci fanno sentire a nostro agio – diventano veri e propri punti di riferimento.

Una questione biologica oltre che culturale?

A completare il quadro arriva un approfondimento pubblicato su Philosophical Transactions of the Royal Society B: Biological Sciences, riportato anche da Courrier International. Josh Firth, ecologo presso l’Università di Leeds, spiega che “in generale, sembra esserci una tendenza secondo cui gli individui diventano meno socievoli con l’età”. E attenzione: questo non riguarda solo gli esseri umani, ma diverse specie animali!

Secondo gli esperti, diversi fattori influenzano questo cambiamento:

  • L’assenza di un bisogno pressante di apprendimento sociale.
  • L’evitare eventuali malattie può essere una strategia evolutiva.

Forse anche noi ci portiamo dietro, come un bagaglio evolutivo, questo atteggiamento nelle nostre relazioni. Non è solo questione di carattere o abitudine, ma forse anche di una certa programmazione biologica che ci spinge a selezionare meglio chi ci sta intorno.

In conclusione: meno amici, più qualità? Che sia la biologia, la cultura o l’esperienza a dettare questa svolta, il risultato sembra essere un piccolo gruppo fidato di persone con cui condividere la quotidianità. Insomma, meglio pochi ma buoni… e almeno la torta di compleanno non finirà tutta in una volta sola!