Il mondo trattiene il respiro. Mentre i leader delle grandi potenze si incontrano nei Majestus Rockies Canada, l’ombra delle tensioni geopolitiche è sospesa su questo vertice del G7. Tra i recenti scioperi israeliani contro il fragoroso ritorno dell’Iran e Donald Trump sulla scena internazionale, le discussioni sono tanto complesse quanto cruciali. Questo incontro, organizzato nel sontuoso quadro del Banff National Park, segna una svolta per la diplomazia mondiale.
Un vertice ad alta tensione
Il vertice del G7, che si tiene a Kananaskis da questa domenica sera, non è un semplice incontro diplomatico. Fa parte di un contesto globale in cui si stanno intensificando alleanze e conflitti. I leader delle sette principali democrazie industrializzate-tedesche, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti, Francia, Italia e Giappone, navigano in un clima segnato da profondi disaccordi. Quest’anno, il Canada, sotto la direzione del suo nuovo primo ministro Mark Carneyha scelto di espandere la cerchia invitando i rappresentanti di India, Ucraina, Messico, Sudafrica, Australia e Corea del Sud. Una decisione che riflette l’ambizione di un dialogo più inclusivo, ma che complica anche i negoziati.
Il ritorno al potere di Donald Trump, dopo un’elezione che ha scosso la Cancellerie, aggiunge una dose di incertezza. Conosciuto per le sue dichiarazioni provocatorie, non ha esitato a minacciare il Canada, arrivando al punto di suggerire che il suo vicino settentrionale potesse diventare il “51 ° Stato” americano. Queste parole, sebbene spesso percepite come retoriche, hanno relazioni bilaterali tese, nonostante un leggero rilassamento dall’arrivo di Mark Carney lo scorso marzo.
Il fantasma del 2018
Il Canada non è al suo primo vertice del G7. Nel 2018, l’edizione organizzata in Charlevoix si era trasformata in fiasco diplomatico. Le tensioni tra Trump e l’ex primo ministro Justin Trudeau erano scoppiate, segnando una frattura sostenibile tra i due leader. Questa volta, evitare un tale dramma è una priorità per tutti. Mark Carney, con la sua esperienza come banchiere centrale e la sua reputazione per il pragmatismo, intende giocare la carta di conciliazione. Ma non c’è carenza di discordia: tariffe doganali Imposto da Trump su crisi internazionali, ogni punto dell’agenda sembra essere minato.
“Gli Stati Uniti non sono più un partner affidabile”, ha affermato Mark Carney, mettendo in evidenza la necessità del Canada di diversificare le sue alleanze.
Per strutturare i dibattiti e limitare il rischio di skid, gli organizzatori hanno optato per un approccio senza precedenti. Piuttosto che un lungo comunicato stampa finale, spesso vago e consensuale, il vertice produrrà impegni corto e concretoannunciato gradualmente. Questa strategia mira a mantenere una parvenza di unità, ma riflette anche le profonde divisioni all’interno del gruppo.
Il Medio Oriente nel cuore delle preoccupazioni
Tra i file di combustione, il conflitto tra Israele e Iran domina le discussioni. Per tre giorni, Israele ha lanciato attacchi di grandezza senza precedenti contro siti relativi a Programma nucleare Iraniano e il suo dispositivo di sicurezza. Teheran ha reagito con missili e droni Salvan, sollevando paure di un’escalation regionale. Le posizioni dei membri del G7 divergono significativamente su questo argomento. Gli Stati Uniti, gli alleati storici di Israele, adottano una postura ambigua. Trump ha invitato entrambe le parti a trovare un “accordo”, pur non escluso il coinvolgimento americano.
Da parte sua, il presidente francese Emmanuel Macron, dopo una visita simbolica in Groenlandia per affermare la “solidarietà europea”, chiede una rapida devalgazione. Ha esortato l’Iran a riprendere i negoziati con Washington, una posizione che contrasta con quella del Giappone. Quest’ultimo, tradizionalmente in buoni rapporti con Teheran, ha condannato gli scioperi israeliani come “inaccettabili” e “deplorevoli”. Queste differenze rendono improbabile una forte dichiarazione comune sull’argomento.
Punti chiave del conflitto israeliano-iran:
- Attacchi israeliani ai siti nucleari iraniani.
- Risposta iraniana con missili e droni.
- Chiamata americana per un “accordo”.
- Condanna giapponese delle azioni israeliane.
Ucraina e Russia: un altro fronte
Il vertice non si limita al Medio Oriente. Là Guerra in Ucraina Rimane un problema centrale, con la presenza del presidente Volodymyr Zelensky tra gli ospiti. Quest’ultimo spera di convincere Trump, che si è avvicinato a Mosca in modo spettacolare, non per costringere Kyiv a cedere in Russia. Durante un incontro alla Casa Bianca di febbraio, Trump aveva umiliato pubblicamente Zelensky, rendendo questo faccia a faccia in Kananaskis particolarmente atteso.
Gli europei, guidati dal presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen, spingono per nuove sanzioni contro la Russia, prendendo di mira in particolare le sue esportazioni di petrolio. Questa proposta può affrontare l’opposizione di Trump, che ha recentemente discusso di Vladimir Putin con un possibile nuovo ciclo di negoziati. Questo riavvicinamento tra Washington e Mosca preoccupa i tradizionali alleati degli Stati Uniti, che temono un indebolimento della NATO e un’emarginazione dell’Europa.
“Dobbiamo mantenere la pressione sulla Russia”, ha detto Ursula von der Leyen durante uno scambio con Trump.
Prezzi doganali: una bomba economica
Un altro argomento esplosivo riguarda tariffe doganali imposto da Trump. Tassando al 10 % la maggior parte dei prodotti che entrano negli Stati Uniti, il presidente americano ha sconvolto le catene di approvvigionamento mondiale. Questa politica protezionistica minaccia di causare un rallentamento economico globale, al dispiacere di altri membri del G7. Il Canada, in particolare esposto a causa della sua dipendenza commerciale dal vicino, cerca di negoziare esenzioni. Mark Carney ha anche reso questo file una priorità, riconoscendo nel contempo la difficoltà di trovare un terreno comune.
Le discussioni commerciali non si limitano alle relazioni transatlantiche. India, Australia e Corea del Sud, presenti a Kananaskis, desiderano affrontare le proprie controversie con Washington. Ursula von der Leyen, da parte sua, spera di progressi nei negoziati tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti, sebbene le possibilità di un accordo sembrano essere scarse.
Paese | Posizione sulle tariffe doganali |
---|---|
Canada | Cerca esenzioni per proteggere la sua economia. |
Unione Europea | Spinge per i negoziati commerciali bilaterali. |
STATI UNITI | Mantiene una politica protezionistica. |
Una diplomazia al test
Questo vertice del G7 è molto più di una riunione dei capi di stato. Incarna le sfide di un mondo in piena mutazione, in cui le vecchie alleanze sono messe in discussione e in cui stanno emergendo nuovi saldi. Per Mark Carney, è un’opportunità per posizionare il Canada come giocatore chiave nella diplomazia mondiale. Per Trump, è una piattaforma per imporre la sua visione di un’America dominante. E per altri leader, è una lotta per preservare una parvenza di unità di fronte a molteplici crisi.
I prossimi giorni a Kananaskis riveleranno se questo vertice può portare a progressi concreti o se sarà, come nel 2018, il teatro delle nuove fratture. Una cosa è certa: le decisioni prese o non avranno ripercussioni ben oltre le montagne canadesi.
Principali problemi di vertice:
- Conflitto Israele-Iran e rischia l’arrampicata.
- Guerra in Ucraina e sanzioni contro la Russia.
- Impatto economico delle tariffe doganali americane.
- Relazioni tese tra Canada e Stati Uniti.
In questo contesto incerto, il G7 deve affrontare una grande sfida: parlare con una sola voce mentre gli interessi sono divergenti. Gli sguardi di tutto il mondo sono trasformati nelle Montagne Rocciose, in cui viene giocata una parte decisiva per il futuro della geopolitica.