Il Mostro di Firenze, la nuova serie crime di Stefano Sollima

La nuova serie poliziesca può essere vista su Netflix dal 22 ottobre. La serie arriva nientemeno che da Stefano Sollima. il regista che conosciamo, tra gli altri, e . Chiunque conosca questi titoli sa che Sollima cattura l’Italia come nessun altro: cruda, reale e palese. Ma questa volta fa un ulteriore passo avanti.

Il mostro di Firenze

La serie è basata su eventi realmente accaduti che sconvolsero profondamente l’Italia negli anni ’70 e ’80. Uno sconosciuto assassino ha colpito Firenze, dove normalmente l’amore e la bellezza sono al centro. Giovani coppie rifugiate in un’auto o in una roulotte sono state uccise a distanza ravvicinata. Sempre con la stessa arma, una Beretta calibro 22.

La stampa lo battezzò, il Mostro di Firenze. Ciò che seguì non fu una normale indagine di polizia, ma un’ossessione nazionale durata quasi due decenni.

Non un semplice giallo

Chiunque pensi che questa sia l’ennesima serie sulla “caccia all’assassino” rimarrà deluso. Sollima e la sua squadra non volevano una storia completa con un bel finale. Si sono basati su documenti reali (letteralmente chilometri di carta) e hanno mostrato gli eventi così come erano: confusi, dolorosi e pieni di contraddizioni.

“Tutto doveva essere mostrato”, dice Sollima quando gli viene chiesto. «Volevamo rendere tangibile il panico che in quel momento attanagliava l’Italia intera. Questa non è una serie per chi cerca intrattenimento, ma la ricostruzione di una ferita aperta che non si è mai veramente rimarginata.’

Il lato oscuro di

Ciò che lo rende ancora più intrigante è che la serie mostra molto più che semplici crimini. È anche un ritratto dell’Italia in un momento di cambiamento: un Paese in cui le donne erano spesso intrappolate in matrimoni violenti e la disuguaglianza sociale era ancora profondamente radicata.

Sollima mostra quel mondo senza filtro. In ciascuno dei 4 episodi approfondiamo il lato oscuro di una società che sembrava perfetta all’esterno, ma che all’interno era piena di frustrazione, ipocrisia e rabbia repressa.

Davvero angosciante

Niente nella serie è inventato. Ogni dettaglio proviene dai rapporti della polizia e dalle dichiarazioni dei testimoni. Di conseguenza, a volte sembra più un documentario che una finzione. Anche in una scena apparentemente piccola, in cui una vittima si limita a citare il famoso monologo della morte di Rutger Hauer, tutto risulta avere un significato.

L’autore del reato non è mai stato catturato. E forse – probabilmente – non sarà vivo per molto tempo. Ma secondo Sollima non si tratta di questo. non è un tentativo di trovare la verità, è un tentativo di capire. Per mostrare cosa succede a una società quando la paura, la sfiducia e la sensazione prendono il sopravvento.

è un’altra serie inquietante e meravigliosamente realizzata che mostra che anche nella terra del sole, del vino e dell’arte, l’oscurità a volte si nasconde appena sotto la superficie.

è da 22 ottobre può essere visto a Netflix.