Piazza Venezia è diventata irriconoscibile. La vasta piazza nel cuore di Roma, tra il Foro, il Campidoglio e via del Corso, si è trasformata in un gigantesco cantiere. Sono in corso i lavori per la realizzazione della stazione Venezia della Metro C, detta anche Linea Gialla. Gru, gru, grandi silos verdi, camion che vanno avanti e indietro e uomini con l’elmetto (e una donna) in tuta arancione nascondono alla vista il monumentale Palazzo Venezia. Compresa la famosa tribuna dalla quale Mussolini una volta gridò ai suoi compatrioti entusiasti.
Fastidio
Anche alcune strade circostanti sono state chiuse al pubblico con sbarre e recinzioni. Dato che Piazza Venezia in circostanze normali è già un incrocio molto trafficato, ciò causa alcuni disagi.
Intorno alla piazza c’è un flusso infinito di clacson, ringhi, rimbombi e vomiti di gas, autobus urbani, autobus turistici, taxi, grandi auto governative nere, autovetture, motociclette e scooter. Insomma, il caos totale. E ci vorranno altri 10 anni, perché la stazione non dovrà essere completata prima del 2034, come capolinea (provvisorio) della nuova Metro C.
Quando recentemente l’Associazione della stampa estera di Roma è stata invitata a dare uno sguardo alla futura stazione della metropolitana, l’interesse è stato molto grande. Ci aspettavamo un emozionante tour attraverso le oscure caverne appena scavate nel misterioso ventre della Città Eterna, ma la realtà si è rivelata meno poetica.
Ci è stato permesso di entrare nel cantiere, vestiti con giubbotti, elmetti e scarpe pesanti, ma siamo rimasti fuori terra. I lavori sono ancora in fase preparatoria e la perforazione vera e propria inizierà solo l’anno prossimo, ha spiegato il responsabile del progetto Andrea Sciotti, che ci ha offerto una presentazione tecnica che si è rivelata piuttosto interessante.
Trasporto efficiente
Anche se non sempre puntuale e sovraffollata nelle ore di punta, la metropolitana è il mezzo di trasporto pubblico più efficiente a Roma, soprattutto perché autobus, tram e taxi troppo spesso rimangono bloccati nel traffico o impiegano un’eternità ad arrivare. Il problema è che Roma ha una rete metropolitana limitata e la sua espansione è lenta quanto la costruzione di una cattedrale medievale.
La prima linea, colorata in blu sulla mappa, ora chiamata Linea B e che correva all’incirca da nord a sud, era già stata progettata negli anni ’30. L’intenzione era quella di collegare il centro cittadino con l’Eur, l’Esposizione Universale di Roma, l’Esposizione Mondiale del 1942 con la quale Mussolini volle convincere il mondo della grandezza di vent’anni di fascismo.
Di tutto questo se ne fece ben poco, perché sopraggiunsero la guerra e la caduta del regime, tanto che la linea fu finalmente completata solo dopo vent’anni di ritardo nel 1955. Nel 1980 fu aggiunta la Linea A, la ‘linea rossa’ ovest a est, ma questo ha lasciato la maggior parte della città senza metropolitana. (Tuttavia 10 anni fa al quartiere di Montesacro è stata aggiunta una diramazione della Linea B, la B1. Essendo residente in quella zona, posso assicurare che è stato un grande progresso.)
Linea 3
Negli anni ’90 iniziarono i preparativi per una terza linea che collegasse il sud-est della città con il centro. La costruzione della Linea C, dotata di moderni treni a controllo automatico, è iniziata nel 2007.
Gran parte del percorso lungo 25,6 chilometri – dalla periferia più esterna alla Basilica di San Giovanni in Laterano – è ormai completata, ma la costruzione degli ultimi 3 chilometri potrebbe richiedere altri 10 anni. Come spesso accade in Italia, il lavoro è rallentato dalle procedure burocratiche e dalla cronica mancanza di soldi, ma anche perché a Roma basta mettere la vanga nella terra per imbattersi in resti archeologici.
Questi devono essere studiati, con una perdita di tempo prezioso per i costruttori. Tuttavia, negli ultimi anni è stato trovato un compromesso fattibile con la Soprintendenza Archeologica di Roma, che è direttamente coinvolta nella costruzione e, se necessario, può lavorare rapidamente in modo non accademico.
I primi 15 metri vengono scavati con cura strato dopo strato, i reperti vengono mappati e alcuni di essi sono esposti nelle stesse stazioni della metropolitana. La Stazione San Giovanni, inaugurata nel 2018, merita quindi una visita come piccolo museo.
Al di sotto dei 15 metri si può perforare liberamente, tanto che la linea C è profonda tra i 45 e gli 85 metri, il che può interessare ai geologi, ma non agli archeologi.
Colosseo
Nell’estate 2025 sarà completata la nuova stazione Colosseo della linea C (accanto all’attuale fermata della linea B). Ciò significa che le recinzioni gialle che per anni hanno bloccato la vista del monumento e ristretto la Via dei Fori Imperiali (dal Colosseo a Piazza Venezia) scompariranno finalmente.
Il lavoro più grande ora è Piazza Venezia, da cui si stanno costruendo ulteriori corridoi, inclusa una futura fermata a Sint Pieter. A causa della vulnerabilità dei monumenti sovrastanti, come la Colonna Traiana, questo deve essere fatto con molta attenzione, con la terra che viene congelata prima che possa iniziare la perforazione.
Cittadini e visitatori continueranno quindi a sperimentare ingorghi e pazienti sofferenze intorno a Piazza Venezia, soprattutto nel prossimo anno giubilare del 2025, che si prevede attirerà a Roma altri 30 milioni di pellegrini.
Il responsabile del progetto Sciotti giura che si sta facendo di tutto per ridurre al minimo i disagi e conferma di sfuggita che esiste già il progetto per una linea D. Ma non lo vedremo più.