“Sad ha una grazia scontrosa.” Così scriveva Umberto Saba, poeta innamorato a tal punto della sua città da dedicarle una poesia ancora oggi viva e commovente. La sua statua in bronzo, un omino avvolto in un cappotto che sembra voler fare ancora qualche passo, può essere un buon punto di partenza per una visita culturale.
Infatti, passeggiare per le viuzze della città vecchia e farsi accarezzare dal Bora d’inverno (un’esperienza a tratti estrema, ma molto autentica) e con la brezza marina più dolce d’estate, ci si rende conto di quanta vita è passata per quelle strade, di quanti popoli e genti diverse. Le sue contaminazioni, un tempo causa di scontri e contese, oggi si traducono in invidiabili eredità artistiche e gastronomiche.
I suoi monumenti coprono tutte le epoche storiche, dal romanocon il Teatro Romano di Trieste (allora “Tergeste”), situato ai piedi del colle di San Giusto, a quello più moderno, con Piazza Unità d’Italia, una delle piazze più suggestive di tutta Italia e la più grande d’Europa piazza a picco sul mare, con la sua vista diretta sul mare Adriatico, ed infine la Risiera di San Sabba, trasformata in campo di concentramento dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Una varietà che si riflette anche nella sua cucina, un’accozzaglia di piatti italiani e non solo Sapori balcanici e mitteleuropei. L’aperitivo è un rito irrinunciabile, da celebrare con un calice di Prosecco DOCoppure un tipico Spritz bianco. Se poi il bicchiere viene accompagnato da uno spuntino, come il tradizionale panino con prosciutto e kren, una radice dal sapore fresco e pungente, il tutto si chiama “rebechìn”. Questo termine deriva da “rebeccare”, mangiare ancora, una specie di spuntino insomma. Prova quello del Buffet da Gildo’s.
Gulasha base di carne e cipolle, è forse il piatto che meglio rappresenta la multiculturalità di questa città; prova quello di Rustiko o dell’Osteria Bier Stube. Per gli amanti del pesce, invece, il ristorante La Chimera di Bacco riassume nel suo menu il perfetto connubio tra tradizione e innovazione.
Lasciando il centro storico cittadino e spostandosi sul Carso, si può vivere un’esperienza più rustica in un’osmiza, la tipica osteria triestina. Questo è anche dove troverai il città del Proseccoche dà il nome stesso alla Denominazione d’Origine, e da cui si può ammirare il Golfo di Trieste nella sua sconcertante bellezza, una volta attraversati i sentieri scavati nelle pietre scolpite dal vento.
E alla fine di un buon pasto non può mancare il caffè. Il suo profumo aleggia nell’aria di Trieste, con la quale vanta un legame speciale. Dimentica l’espresso e il macchiato, ma ordina un “nero (nero),” UN “gocciolare“, o un “capotasto in si”, seguendo la denominazione tutta triestina.
Per chi vuole celebrare la vocazione marinara della città anche a tavola con un pasto a base di pesce, il ristorante Pier The Roof a Marina di San Giusto propone un menù composto da prelibatezze di mare. Per un momento di puro romanticismo, invece, basta semplicemente godersi una selezione di Prosecco DOC ammirando il tramonto dalla Terrazza Prosecco.
Trieste, forse anche per la sua vocazione marittima, è una città accogliente verso chi sceglie di visitarla. Non è difficile trovare alloggi per tutte le tasche. Dal Savoia Excelsior Palace all’Hotel James Joyce, passando per Ritter’s Room & Apartments e la Residenza degli Artisti. Per chi preferisce la comodità di una soluzione che permetta di visitare quanti più monumenti e musei possibili, il centro storico è costellato di piccoli hotel e appartamenti. Se invece si vuole godere della natura e della pace spostandosi un po’ fuori città, le verdi campagne attorno al “piccola Vienna in riva al mare(soprannome che Triste si è guadagnato con il suo fascino) è costellato di agriturismi e resort romantici, come l’Agriturismo Ostrouska a Sgonico, o il Cardo Boutique&Wine Resort a Malchina.
Non c’è, insomma, da stupirsi che geni letterari come James Joyce, Stendhal e Italo Svevo abbiano scelto Trieste per trascorrervi parte della loro illuminata esistenza.