La città di Pesaro nelle Marche, sulla costa adriatica, è la Capitale italiana della cultura per il 2024 e l’artista olandese Daan Roosegaarde ha inaugurato quell’anno culturale il mese scorso.
Non è del tutto esatto, perché l’anno ovviamente è iniziato già a gennaio con spettacoli minori, ma l’esibizione di Roosegaarde è stata il primo dei 4 ‘grandi eventi’ che Pesaro ha da offrire quest’anno.
(Gli altri 3 sono le performance di Marina Abramovićil progetto di musica elettronica di Murcof e Simon Geilfus e la performance tecnologico-musicale di Ryuichi Sakamoto e il tamburo di latta.)
L’Italia viene designata capitale culturale – a volte 2 – ogni anno. Si tratta di un titolo ambito, non tanto per i fondi messi a disposizione, quanto per l’opportunità di attirare l’attenzione (inter)nazionale come destinazione culturale e turistica.
Ad esempio, il numero di visitatori nelle capitali culturali del 2022 e 2023, Procida e Bergano/Brescia, è aumentato in modo significativo. Anche Pesaro ci spera, ovviamente.
La città, che conta circa 95.000 abitanti, è oggi conosciuta soprattutto come località balneare – con una serie ininterrotta di bar sulla spiaggia deserti fuori stagione – e come paradiso dei ciclisti: Pesaro ha il maggior numero di biciclette per abitante ed è il punto di partenza punto di numerosi percorsi ciclabili lungo il mare e sulle colline di De Marken.
Cultura e sostenibilità
Ma c’è di più, spiega il sindaco Matteo Ricci da: ‘Pesaro capitale della cultura nell’ambito di un programma denominato ‘cultura nella natura’. Colleghiamo la cultura con la sostenibilità e la qualità della vita, in cui siamo già leader in Europa.’
Secondo lui è meraviglioso che ora sia un artista olandese ad aprire le danze, perché ‘il turismo olandese è diventato uno dei più importanti per le Marche e grazie all’anno culturale e allo straordinario artista che abbiamo tra noi possiamo crescere ancora ulteriore. ‘
Lo spettacolo (Vonk) infatti si sposa bene con la fusione pesarese di cultura e natura. Si tratta di una sorta di fuochi d’artificio ecologici, in cui migliaia di bolle di sapone (appositamente sviluppate) e faretti luminosi prendono silenziosamente il posto della polvere da sparo e del fuoco bengalese.
Il sottotitolo (Il ritorno delle lucciole) fa riferimento ad un (speranzoso) recupero di queste luci notturne divenute sempre più rare a causa dell’inquinamento atmosferico.
Un legame che gli italiani, che sono cresciuti con le lucciole e hanno un’affinità con la cultura, capiscono molto bene, dice in breve l’artista colloquio.
Mancia: il programma culturale completo per il 2024 è disponibile su www.pesaro2024.it.
Dalla cattedrale alla ceramica
Durante la Seconda Guerra Mondiale, quando rimase sotto il fuoco per mesi, la città venne distrutta in maniera ingente, ma nonostante ciò ci sono ancora numerosi monumenti da ammirare.
Come quella dedicata a San Terenzio, martire locale cattedral. La sobria facciata e i 2 leoni ai lati risalgono al XII secoloe o 13e secolo, mentre l’interno, a parte alcuni affreschi medievali, è stato profondamente rimaneggiato nei secoli successivi.
Ma sotto il pavimento, ben visibili attraverso una copertura in vetro, ci sono bellissimi mosaici, che ricordano quelli ravennati nello stesso periodo. (Piazza Collenuccio 15; www.domuspesaro.it)
È il centro della città Piazza del Popolocon esso su 15e secolo Palazzo Ducaleil palazzo ducale dove vissero potentati locali con nomi illustri come Malatesta, Sforza e Della Rovere.
Ora è un museo e il consiglio comunale si è trasferito in un moderno palazzo sulla piazza. Poco più avanti, nel Palazzo Mosca, sulla tranquilla piazza omonima, si accede al Musei Civicimusei comunali, con pale d’altare medievali e 16e dipinti del secolo, una ricchissima collezione di maioliche antiche, eredità dell’epoca in cui Pesaro era ancora un centro della ceramica. (Piazza del Popolo 1; www.pesaromusei.it)
Bulbi di pomodoro
Nel primo sembra un tempio classico Pescheria (Vismarkt) è oggi il Centro Arti Visive, un museo d’arte moderna che presenta regolarmente mostre di nomi più e meno grandi.
Ora la mostra è dedicata al lavoro di Arnaldo Pomodoro, con uno dei più famosi al centro Atmosfera (Sfere) dell’artista. (Corso XI Settembre 184; www.fondazionepescheria.it)
Un’altra copia, fusa in bronzo nel 1998, si trova nel Piazzale della Libertà accanto al viale. Una versione precedente del poliestere era lì dal 1971 e divenne rapidamente uno dei simboli della città.
Ruggieri, Rocca e Rossini
Troverete anche uno degli esempi più belli di Art Nouveau, come viene chiamato in buon italiano, presso il Piazzale della Libertà. Quello che guarda il mare Villino Ruggieri fu costruito agli inizi del secolo scorso per l’industriale locale Ernesto Ruggieri, con tutti gli archi, le sinuosità e i fronzoli tipici dell’epoca.
Dall’altra parte della città troverai quello dall’aspetto molto paffuto Rocca Costanzaimponente roccaforte costruita nel 1474-83 per conto di Francesco Sforza che conserva ancora l’aspetto di un tempo.
Naturalmente nella sua città natale non mancano i ricordi di un famoso compositore Gioachino Rossini. La sua casa natale sulla principale via dello shopping di Pesaro, ora ovviamente chiamata Via Rossini, è un museo. (Via Rossini 34; www.pesaromusei.it)
Inoltre 5 anni fa gli è stato dedicato un museo ‘nazionale’ nel Palazzo Montani Antaldi. (Via G. Passeri 72; www.museonazionalerossini.it)
A Pesaro una pizza porta addirittura il nome del compositore. Gli ingredienti del Pizza Rossini – margherita con aggiunta di maionese e uovo sodo -, però, a prima vista non sembrano così invitanti. Potete quindi anche attenersi ad un classico locale.